Sono 200mila le imprese agricole italiane che rischiano la chiusura.
L’allarme arriva dal presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), Giuseppe Politi, che in occasione della presentazione del rapporto “Annata agraria 2008, problemi e prospettive dell’agroalimentare e del made in Italy”, ha lamentato «costi produttivi e oneri sociali praticamente raddoppiati in poco meno di un anno, prezzi sui campi in caduta libera, redditi degli agricoltori italiani sempre più in difficoltà».
Proprio per l’effetto di tutti questi fattori le aziende agricole «rischiano di chiudere i battenti».
Politi fa un’amara riflessione: «Per l’agricoltura italiana siamo ormai in presenza di uno scenario sempre più fosco e il futuro, senza interventi mirati, appare molto incerto per gli imprenditori agricoli». Su di loro, spiega il presidente della Cia, «pesano in maniera opprimente i riflessi negativi dei costi produttivi, concimi in testa, e degli oneri sociali». Costi che oggi, ha proseguito Politi, «incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85%». Ma a pesare sugli agricoltori in maniera maggiore rispetto al passato, ha proseguito Politi, sono anche gli incrementi rilevati «in tutti i fattori della produzione agricola: si hanno rialzi stellari per i concimi, con un +60,9%, per il gasolio (+7,7%), per l’energia elettrica (+4,2%), per le sementi (+2,5%)».
Un trend che prosegue dal 2005: « In quattro anni – lamenta Politi – l’incremento ha superato il 7%. Ma a rendere più incerto il quadro agricolo italiano, il crollo verticale dei prezzi praticati sui campi che – denuncia – solo nello scorso mese di ottobre sono scesi, in media, del 6,9%, con punte anche del 35-50% per i cereali». E a rendere la situazione più grave in questo periodo ci si è messo anche il maltempo che, stando ai dati della Coldiretti, avrebbe causato danni ingenti soprattutto al Sud. Secondo l’associazione dei coltivatori diretti è infatti necessario avviare le procedure di delimitazione dei territori e di verifica dei danni per consentire la dichiarazione di calamità naturale in molte regioni del Sud dove migliaia di ettari di terreno sono finiti sott’acqua. È quanto emerge da un primo monitoraggio che evidenzia situazioni di difficoltà nelle campagne di Calabria, Puglia, Campania e Sicilia.
«I danni alle colture – sottolinea la Coldiretti – sono incalcolabili, con perdite nelle coltivazioni degli ortaggi in pieno campo, rischi di asfissia radicale per le piante da frutto e la caduta delle olive dagli alberi, ma anche allagamenti di terreni, stalle e abitazioni rurali.
In Puglia – continua la Coldiretti – sono sott’acqua i terreni delle province di Brindisi, Taranto e Foggia».«Le esondazioni dei fiumi e la pioggia intensa hanno provocato – conclude la Coldiretti – smottamenti e frane nelle campagne con grandi difficoltà di circolazione nelle strade rurali per raggiungere aziende e allevamenti, mentre molti mezzi agricoli coperti dal fango risultano inutilizzabili».
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