«Il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba, che spira nelle osterie padane, è stato sdoganato nell’aula del Senato della Repubblica.
I medici invitati a fare la spia e a denunciare i clandestini, i cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari al pari dei bravi di don Rodrigo, i registri per i barboni, i prigionieri virtuali solo perché poveri estremi, i permessi di soggiorno a punti e costosissimi.
La “cattiveria”, invocata dal ministro Maroni, è diventata politica di governo. Si è varcato il limite che distingue il rigore della legge dall’accanimento persecutorio».
Non lasciano spazio a equivoci queste parole, apparse sul settimanale Famiglia Cristiana. Il riferimento è, ovviamente, al pacchetto sicurezza varato dall’esecutivo.
Un’accusa senza appello che ha scatenato una bufera politica e l’ira del ministro dell’Interno che ha subito annunciato di aver dato mandato ai suoi legali per agire in sede penale e civile «contro un’aggressione premeditata da parte di chi usa consapevolmente la violenza di affermazioni false per combattere chi ha opinioni diverse dalle proprie». Maroni ha dietro di sé tutta la maggioranza che alza gli scudi, si compatta e contrattacca. Le frasi contenute nell’articolo che definiscono «leggi razziali» le norme contenute nel ddl sulla sicurezza hanno anche provocato contestazioni nell’aula del Senato tra gli opposti schieramenti. I capigruppo
della Lega nord, Federico Bricolo, e del Pdl, Maurizio Gasparri, hanno chiesto «più rispetto della dignità dell’Assemblea. Famiglia Cristiana offende il Senato della Repubblica: invito il presidente del Senato ad assumere iniziative. Qui si fanno leggi, non si fa razzismo, e non si fanno schedature. Respingiamo questo modo rozzo di giudicare il nostro lavoro».
Duro anche Bricolo, secondo il quale il giornale diretto da don Antonio Sciortino ha compiuto «un attacco inaccettabile alle istituzioni che in maniera legittima hanno votato una legge per garantire sicurezza ai cittadini e combattere l’immigrazione clandestina». Il leader del Pd Walter Veltroni, dal canto suo, sposa invece l’analisi del periodico cattolico: «L’Italia sta precipitando verso le leggi razziali». L’editoriale apparso su Famiglia Cristiana ha dunque attaccato al cuore la politica leghista, che in molte zone del Nord sta subendo una deriva ideologica sempre più inquietante. Solo due giorni fa, ad esempio, il Carroccio aveva
presentato in Regione Lombardia un progetto di legge per l’istituzione di una polizia regionale di coordinamento tra le polizie locali esistenti. La proposta non è passata perché ha incassato il no deciso di Forza Italia e Alleanza nazionale. La settimana scorsa, invece, è stata la volta del Comune di Turate, un piccolo centro del comasco governato da un monocolore leghista assieme a due consiglieri di centrodestra, che vede la presenza di tre soli esponenti dell’opposizione. L’amministrazione locale ha ideato l’istituzione di un apposito ufficio per denunciare la presenza di clandestini. I cittadini turatesi avranno dunque la possibilità di recarsi agli sportelli, anche in forma anonima, e segnalare il sospetto di avere come vicino di casa un extracomunitario irregolare. Di fatto, un vero e proprio ufficio delazioni. A difendere Famiglia Cristiana c’è però un fronte politico e sociale molto ampio, che va dal Pd alla sinistra all’Udc di Casini. Paolo Ferrero (Prc) incalza: «Ora Maroni denunci anche me». «È toccato anche ai governi di centrosinistra – ricorda Anna Finocchiaro del Pd – venire criticati da questa testata. È legittimo. Purtroppo a destra siamo al
delirio di onnipotenza e alla negazione della libertà di critica. La verità è che le tante critiche piovute sui provvedimenti sulla sicurezza varati dal governo sono trasversali e non vengono solo dal centrosinistra. Si tratta di misure che appartengono a una cultura repressiva a sfondo razzista sbagliata anche in termini di effetti: l’immigrazione clandestina continua infatti ad aumentare».
I medici invitati a fare la spia e a denunciare i clandestini, i cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari al pari dei bravi di don Rodrigo, i registri per i barboni, i prigionieri virtuali solo perché poveri estremi, i permessi di soggiorno a punti e costosissimi.
La “cattiveria”, invocata dal ministro Maroni, è diventata politica di governo. Si è varcato il limite che distingue il rigore della legge dall’accanimento persecutorio».
Non lasciano spazio a equivoci queste parole, apparse sul settimanale Famiglia Cristiana. Il riferimento è, ovviamente, al pacchetto sicurezza varato dall’esecutivo.
Un’accusa senza appello che ha scatenato una bufera politica e l’ira del ministro dell’Interno che ha subito annunciato di aver dato mandato ai suoi legali per agire in sede penale e civile «contro un’aggressione premeditata da parte di chi usa consapevolmente la violenza di affermazioni false per combattere chi ha opinioni diverse dalle proprie». Maroni ha dietro di sé tutta la maggioranza che alza gli scudi, si compatta e contrattacca. Le frasi contenute nell’articolo che definiscono «leggi razziali» le norme contenute nel ddl sulla sicurezza hanno anche provocato contestazioni nell’aula del Senato tra gli opposti schieramenti. I capigruppo
della Lega nord, Federico Bricolo, e del Pdl, Maurizio Gasparri, hanno chiesto «più rispetto della dignità dell’Assemblea. Famiglia Cristiana offende il Senato della Repubblica: invito il presidente del Senato ad assumere iniziative. Qui si fanno leggi, non si fa razzismo, e non si fanno schedature. Respingiamo questo modo rozzo di giudicare il nostro lavoro».
Duro anche Bricolo, secondo il quale il giornale diretto da don Antonio Sciortino ha compiuto «un attacco inaccettabile alle istituzioni che in maniera legittima hanno votato una legge per garantire sicurezza ai cittadini e combattere l’immigrazione clandestina». Il leader del Pd Walter Veltroni, dal canto suo, sposa invece l’analisi del periodico cattolico: «L’Italia sta precipitando verso le leggi razziali». L’editoriale apparso su Famiglia Cristiana ha dunque attaccato al cuore la politica leghista, che in molte zone del Nord sta subendo una deriva ideologica sempre più inquietante. Solo due giorni fa, ad esempio, il Carroccio aveva
presentato in Regione Lombardia un progetto di legge per l’istituzione di una polizia regionale di coordinamento tra le polizie locali esistenti. La proposta non è passata perché ha incassato il no deciso di Forza Italia e Alleanza nazionale. La settimana scorsa, invece, è stata la volta del Comune di Turate, un piccolo centro del comasco governato da un monocolore leghista assieme a due consiglieri di centrodestra, che vede la presenza di tre soli esponenti dell’opposizione. L’amministrazione locale ha ideato l’istituzione di un apposito ufficio per denunciare la presenza di clandestini. I cittadini turatesi avranno dunque la possibilità di recarsi agli sportelli, anche in forma anonima, e segnalare il sospetto di avere come vicino di casa un extracomunitario irregolare. Di fatto, un vero e proprio ufficio delazioni. A difendere Famiglia Cristiana c’è però un fronte politico e sociale molto ampio, che va dal Pd alla sinistra all’Udc di Casini. Paolo Ferrero (Prc) incalza: «Ora Maroni denunci anche me». «È toccato anche ai governi di centrosinistra – ricorda Anna Finocchiaro del Pd – venire criticati da questa testata. È legittimo. Purtroppo a destra siamo al
delirio di onnipotenza e alla negazione della libertà di critica. La verità è che le tante critiche piovute sui provvedimenti sulla sicurezza varati dal governo sono trasversali e non vengono solo dal centrosinistra. Si tratta di misure che appartengono a una cultura repressiva a sfondo razzista sbagliata anche in termini di effetti: l’immigrazione clandestina continua infatti ad aumentare».
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