giovedì 25 febbraio 2010

Il TAR di Lecce colpo d'ascia alle perforazioni petrolifere

ULTIM'ORA: IL TAR LECCE HA CONCESSO LA SOSPENSIVA RICHIESTA DA OSTUNI, FASANO E REGIONE CON ORDINANZA 130/2010.
QUESTE LE MOTIVAZIONI:
"Premesso che il Comune di Ostuni impugna i provvedimenti con i quali il Ministero dell’Ambiente si è pronunciato positivamente sulla compatibilità ambientale dei lavori preliminari alla attività di estrazione di idrocarburi in favore della società Northern Petroleum LTD (UK) ;considerato che il ricorso principale e gli atti di intervento ad adiuvandum appaiono sorretti da ragioni meritevoli di apprezzamento e tutela in sede cautelare indipendentemente dalla sussistenza di un pericolo imminente di pregiudizio derivante dalla esecuzione dei provvedimenti impugnati, trovando applicazione, nella specie ,il principio di prevenzione che legittima la concessione di una tutela cautelare anticipata ;rilevato che il procedimento di compatibilità ambientale è culminato nella adozione di provvedimenti ministeriali che sembrano avere disatteso alcuni considerevoli profili di criticità qui di seguito riportati:omesso perfezionamento della procedura di composizione della commissione tecnica di verifica di impatto ambientale mercè convocazione del rappresentante designato dalla Regione Puglia , con conseguente mancata valutazione di interessi ascrivibili all’ente territoriale; omessa considerazione del carattere inquinante della tecnica di prospezione geofisica denominata “ Air gun” , soprattutto in rapporto alla mancata considerazione di una alternativa tecnicamente praticabile allo stato delle conoscenze di settore e delle caratteristiche di sensibilità dell’area ove si svolge l’attività in questione ;non adeguata considerazione degli effetti pregiudizievoli derivanti dall’utilizzo della suddetta metodica di prospezione geofisica per la salvaguardia di alcune specie marine ( in particolare, Misticeti e Odontoceti); omessa valutazione dei pregiudizi che l’attività di ricerca petrolifera in argomento può produrre a carico delle attività produttive attraverso le quali si manifesta la vocazione del territorio costiero( attività di esercizio della pesca , del turismo , della balneazione ecc.);
P.Q.M.
Accoglie la suindicata domanda cautelare e, per l’effetto, sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati;La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.Così deciso in Lecce nella camera di consiglio del giorno 24/02/2010 con l'intervento dei Magistrati:
Aldo Ravalli, Presidente
Carlo Dibello, Primo Referendario, Estensore
Claudia Lattanzi, Referendario

Commento del Comitato “NO Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”

Ancora una volta con l’interazione Istituzione - Comitato Cittadino si sono sconfitte le lobbies del petrolio.Il Comitato “NO Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” esprime grande soddisfazione per la sentenza del TAR di Lecce che dà piena ragione al Comune di Ostuni per quanto riguarda la questione delle perforazioni per idrocarburi a largo delle nostre coste. Si è giunti a questa sentenza, dopo le innumerevoli iniziative organizzate dal Comitato No Petrolio, che hanno coinvolto e sensibilizzato la società civile sulle possibili conseguenze che, a causa di questo sconsiderato sfruttamento del mare e del territorio, potessero ricadere sulla cittadinanza locale. Un lavoro capillare di informazione e confronto, arricchito dalla sensibilità di personaggi della cultura e della scienza, che hanno voluto manifestare il loro appoggio a questa mobilitazione, esponendosi in prima persona, al fine di dare un contributo per salvaguardare questo territorio.Si tratta di una SENTENZA DI MERITO che di fatto annulla le autorizzazioni che il Ministero dell'Ambiente, a suo tempo, concesse alla società Northern Petroleum.L’ordinanza di cui sopra è un importante risultato per la tutela del patrimonio naturalistico pugliese.La sentenza emessa dal Tar Lecce costituisce, inoltre, un importante ulteriore passo avanti per la giurisprudenza amministrativa.Questa vincita è un segnale perché rappresenta una più ampia tutela del bene ambientale anche laddove le autorità preposte alla sua protezione non siano capaci di garantirla.Una sentenza storica, che mette luce sul problema ambientale, bistrattato ed eluso da sempre, sulla martoriata terra di Puglia. Troppo spesso considerata terra di conquista che, se nei secoli passati ci ha lasciato in eredità un patrimonio architettonico e culturale ammirato da tutto il mondo, rischia seriamente, negli ultimi tempi, di annullare le motivazioni che hanno attirato l’attenzione dell’UNESCO.In tempi, come quelli che viviamo, caratterizzati da soprusi decisionali, frutto di sottili accordi politici internazionali, è doveroso per ogni singolo cittadino, l’impegno affinché, beni comuni come acqua, paesaggio e ambiente siano tutelati.Il continuo trasformarsi della Natura, sotto i colpi dello sfruttamento irresponsabile delle sue risorse da parte dell’uomo, ci indirizza verso la conclusione che è necessario abbandonare la ricerca di nuove risorse energetiche, estratte da combustibili fossili, e indirizzarsi su energie più sicure, in piena sintonia con le esigenze dell’ambiente.In sostanza: - i beni comuni come l' acqua, il paesaggio, l' ambiente debbono essere tutelati; - non si può insistere ancora nelle risorse energetiche derivate da combustibili fossili, ma bisogna puntare alle energie rinnovabili, sicure, pulite ed al risparmio energetico; - vi è bisogno di un' economia durevole, sostenibile, in armonia con la natura.

Ing. Giuseppe DELEONIBUS
Portavoce Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”

Nessun commento:

Posta un commento