mercoledì 11 marzo 2009

Deregulation edilizia: ricetta del Premier per uscire dalla crisi



Una politica di annunci che non serve a nulla continua a caratterizzare la linea economica di questo Governo. O meglio serve allo stesso Governo per mostrare una attività legislativa di fatto particolarmente modesta per contrastare la crisi economica.

Annunci studiati a tavolino per colpire l’immaginazione delle persone meno informate e siamo tanti in una Italia che per cavilli, burocrazia e leggi mantiene alto nel tempo il suo primato.

Le misure annunciate dal Governo, al di là degli annunci, se esaminate con attenzione e senza falsi trionfalismi potrebbero rappresentare il colpo di grazia alla tutela del territorio e del paesaggio già pesantemente messi a rischio da chi costruisce senza rispettare le regole. Ed In Italia non rappresentano certo una minoranza. Basta farsi una passeggiata lungo le nostre coste , nelle nostre campagne per assistere a veri e propri scempi e deliri architettonici solitamente abbandonati o sottoutilizzati.

Perché in una Italia che fatica così tanto a rispettare le regole, dove la Cosa Pubblica è intesa come la Cosa di nessuno da sfruttare, svilire, mortificare. si propone una deregulation selvaggia?

Che senso ha proporla in una Italia le cui bellezze, i cui paesaggi sono sempre più un ricordo lontano e negli occhi di tutti c’è l’umiliazione subita dalla Valle dei Templi a Piazza Armerina in Sicilia, dalle coste cementificate della meravigliosa Calabria, dalla mille case abusive della Puglia ed ai suoi scongiurati ma riaffioranti ecomostri, dalla Sardegna il cui progresso(?) sarà forse la sua condanna.

La Crisi avrebbe dovuto offrire soluzioni alternative, non in linea con quelle che hanno provocato il disastro economico che stiamo vivendo, un Governo illuminato avrebbe dovuto promuovere un piano organico per l'efficienza energetica degli immobili e per l'uso delle energie rinnovabili come il solare in tutti gli edifici. Un recupero dei centri storici, investimenti per sostenere gli inquilini e non nuovi proprietari!

Al contrario gli interventi dell'esecutivo sono andati nella direzione opposta come dimostra il tentativo di cancellare le detrazioni del 55% sulle eco-ristrutturazioni o la decisione di rimuovere dal decreto Milleproroghe la norma che prevedeva l’obbligo, per gli immobili di nuova costruzione di avere, almeno in parte, un’alimentazione da fonte rinnovabile.
E falso il sostegno alle famiglie non proprietarie visto che il prossimo anno la quota statale del fondo affitti subirà una riduzione di 20 milioni.

Quale attenzione alle fasce sociali più a rischio ed alle fasce di territorio più a rischio?
Come proporre In Italia, paese degli speculatori e dei cementificatori, una deregulation Edilizia che ci riporterebbe nei bui anni ' 60 in cui senza nessun rispetto per qualsiasi norma, piano o regolamento edilizio, , speculatori senza scrupoli hanno potuto ampliare, demolire, ricostruire edifici brutti e insicuri'' Quale coscienza sociale è maturata in questi anni per ottenere “effetti straordinari” da meno vincoli burocratici per ampliare, abbattere e ricostruire case per smuovere l'economia?
Nutro dei seri dubbi!

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